A volte le persone ti scorrono addosso come un capitolo che non lascia traccia.
Voltano pagina, senza fermarsi nemmeno un secondo a rileggere ciò che c’era prima.
Non importa cosa hai scritto, cosa hai dato, quanto cuore ci hai messo: per loro conta solo quello che potrebbe arrivare dopo.
O peggio, quello che immaginano che tu scriverai.
E se non trovano più niente che li incuriosisca, che li tenga incollati alla storia, allora smettono.
Non spiegano, non riflettono, non si voltano indietro.
Chiudono il libro.
E non lo ripongono nemmeno sullo scaffale.
Lo buttano.
Ma prima si assicurano di averne già un altro pronto.
Uno nuovo, con la copertina ancora intatta, con promesse non ancora deluse.
Perché è così che si riempie il vuoto, no? Con qualcosa di nuovo, non con qualcosa di vero.
E così la storia ricomincia.
Con nuovi protagonisti, nuove scene, nuove trame.
All’inizio sembreranno coinvolgenti, sorprendenti, uniche e mai lette.
Fino a quando qualcosa si romperà di nuovo.
E sarà già tempo di scorrere avanti… e iniziarne un altro.

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