Sì, proprio quella volta.
Quella in cui pensavi di essere buono, giusto, generoso.
E poi… bum…ti sei beccato.
Hai visto che sotto sotto volevi essere lodato.
Volevi che qualcuno ti dicesse “sei speciale”.
E magari pure sentirti superiore a chi “non capisce niente”.
Lo fanno tutti.
Solo che alcuni se ne accorgono, e altri no.
Il problema non è l’ego. Il problema è che ci credi.
Credi che sei buono davvero. Che sei diverso. Che tu “non lo fai per interesse”.
Cavolate.
Finché non ti spacchi in due con uno sguardo onesto, sei in trappola.
Sotto ogni gesto nobile c’è una strategia.
E non è colpa tua. È l’impianto base.
Ma se lo vedi, qualcosa cambia.
Non ti illumini. Non diventi un santo.
Però ti togli dalla recita.
Ti siedi tra il pubblico e dici: “Ok, questo sono io. E ora che facciamo?”
Conoscersi , non è una passeggiata nei boschi con i mantra.
È più simile a scendere nel sottoscala e accendere la luce.
Ci trovi di tutto. Ego, vergogna, rabbia, vanità.
Ma ci trovi anche te. Quello vero.
E da lì, puoi cominciare a vivere senza prenderti troppo sul serio.
Perché vedi tutto il teatro, e non ti serve più fare l’attore principale.
E sai qual è il paradosso?
Nel momento in cui smetti di volerti “migliorare”,
cominci a cambiare davvero.

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