C’è un silenzio strano quando muore qualcuno come Giulietto Chiesa.
Non è il silenzio del lutto, quello rispettoso.
È un silenzio che sa di rimozione. Di fastidio. Di imbarazzo.
Perché Giulietto Chiesa non era uno qualunque.
Era uno che parlava. Ma parlava davvero.
Diceva cose che nessuno voleva sentire…
…e che oggi, ironicamente, tutti stanno vivendo.
Lo avevano già etichettato: visionario. Complottista. Anacronistico.
Ma la verità è che lui era solo in anticipo.
Troppo in anticipo.
Chi l’ha ascoltato con attenzione sa che Giulietto aveva capito.
Aveva capito come funziona l’informazione.
Aveva capito il ruolo dell’America, della NATO, della finanza, dei media.
E sapeva che il tempo per raccontare le cose come stanno… stava per scadere.
Aveva visto il meccanismo da dentro. Non parlava per sentito dire.
Era stato corrispondente da Mosca per decenni, aveva vissuto il crollo dell’Unione Sovietica, i giochi sporchi dell’Occidente, le promesse tradite.
Non era un giornalista d’opinione. Era un testimone.
E cosa succede a un testimone quando racconta ciò che non deve essere raccontato?
Viene isolato. Deriso. Messo da parte.
Lo portano sul palco solo per ridicolizzarlo, non per ascoltarlo.
E quando muore…
…nessuno fa troppe domande.
Giulietto Chiesa è morto all’improvviso, nel 2020.
Aveva 79 anni. Nessuna lunga malattia. Nessun annuncio. Nessuna vera spiegazione.
Un giorno c’era… il giorno dopo, silenzio.
E allora viene da chiederselo, anche se non si dovrebbe:
perché chi dice certe cose scompare sempre così, di colpo?
Perché i più lucidi, i più coraggiosi, i più informati…
…cadono uno dopo l’altro come se fosse un caso?
Perché il sistema non li combatte mai alla pari.
Li boicotta. Li infanga. Li oscura.
Non li affronta sul piano delle idee, ma li cancella dallo spazio pubblico.
Li riduce a una macchietta, a un meme, a una barzelletta.
Perché fanno paura.
Fanno paura perché non vendono ideologie, ma fatti.
Non cercano consensi, ma risveglio.
E il risveglio è contagioso.
Giulietto Chiesa parlava di un mondo che ci avrebbe travolti.
Un mondo fatto di guerra permanente, di propaganda come unica verità, di controllo totale.
Lo diceva quando sembrava fantascienza.
Oggi… è cronaca.
Ma ora è tardi.
Lui non c’è più. E le sue parole, se non le custodiamo, spariranno anche loro.
Perché la verità ha bisogno di essere detta, ma anche ricordata.
E allora la domanda vera non è solo: perché li fanno sparire?
La domanda è:
quanti Giulietto Chiesa ci sono là fuori…
…che stiamo ignorando proprio adesso?

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