5. Ascoltarsi è un atto rivoluzionario

Viviamo in un mondo che ha fatto di tutto per impedirti di ascoltarti.
Ti riempie la testa. Ti distrae. Ti stimola. Ti spinge fuori, sempre fuori.
Verso obiettivi, notifiche, contenuti, ruoli, doveri.
Non c’è mai silenzio. Non c’è mai vuoto.
E quando c’è — magari per un attimo — ti viene voglia di riempirlo subito. Perché fa paura. Fa male. È scomodo.

Ma è lì, in quel vuoto, che comincia la verità.

Ascoltarsi davvero non è una pratica da “new age”.
È un atto di rottura. Una rivoluzione.
Perché significa fermarsi e dire: “Aspetta un attimo. Ma io… cosa sento? Cosa voglio davvero? Di chi sono queste emozioni che mi porto addosso?”
E queste domande, se le poni con sincerità, ti cambiano la vita.
Perché ti costringono a guardare dove hai finto di non vedere.
A sentire dove hai imparato ad anestetizzarti.

Ascoltarsi è un casino.
Perché spesso quello che senti non ti piace.
Ti mette in crisi. Ti fa mettere in discussione una relazione, un lavoro, una finta identità che ti sei costruito per sopravvivere.
Ma è anche l’unica via per tornare intero.
Perché finché non ti ascolti, vivi una vita che non è tua.
E magari funziona, agli occhi degli altri. Ma dentro sei stanco. Vuoto. Spento.

L’ascolto interiore richiede silenzio, sì. Ma non solo quello esterno.
Serve zittire le voci che ti abitano da anni.
La voce di tuo padre che ti dice che non sei abbastanza.
Quella della società che ti impone cosa dovresti volere.
Quella della paura che ti convince a restare dove stai, anche se stai male.

Quando riesci a fare spazio, a spingere via tutto questo rumore… qualcosa emerge.
Magari è fragile. Magari è solo un sussurro.
Ma è tuo. Ed è lì che inizi a ritrovarti.

Ascoltarsi significa smettere di correre per un attimo.
Stare fermi. E sentire. Anche se fa male. Anche se ti confonde.
Perché nella confusione c’è verità. E nella verità c’è forza.

Il guerriero, prima di agire, si ascolta.
Perché sa che la sua azione, se non nasce da un contatto profondo, è solo rumore in più.

E tu? Quando è stata l’ultima volta che ti sei ascoltato davvero?
Non intendo pensato. Intendo sentito.
Se ti va, condividilo nei commenti.
A volte, ascoltare se stessi comincia nel momento in cui si ha il coraggio di dirlo ad alta voce.



Tags:


Comments

5 risposte a “5. Ascoltarsi è un atto rivoluzionario”

  1. Avatar .Desire' Kariny

    Sono una persona tranquilla esternamente, riflessiva teoricamente, ,silenziosa perché amo il silenzio .

    Quel silenzio che non è solo assenza dal rumore e della cacofonia che disturba in maniera eloquente e assurda , ma quel silenzio interiore che ci permette di conoscerci e di connetterci  col nostro mondo interiore.

    Il vero silenzio non l’ abbiamo mai perché i rumori di fondo riescono sempre a disturbare anche se fossimo chiusi in una stanza insonorizzata e protetti dal mondo esterno ,noi stessi siamo rumore, il battito del nostro stesso cuore, le visceri che sono movimento e producono rumore ,il respiro, il fiato : dal momento che noi stessi produciamo rumore il silenzio è difficile poterlo avere,ma connettersi con noi stessi è un viaggio di vita interiore che serve a capirci a chiedersi : ” chi sono , dove vado, cosa sto facendo e a cosa mira o che scopo vuole raggiungere la mia Essenza.”

    A questo  punto serve razionalizzare con logica e precisione tutto quello che sta interconnesso col nostro “io interiore” quello che in certi momenti non conosciamo manco noi o non abbiamo voluto inter connetterci  proprio senza volerci interrogare per sapere : cosa sei e cosa vuoi ?
    Serve spegnere l’ interruttore,   bisogna staccare la famosa spina e cercare finalmente di capirci.
    In quel momento siamo in standby dal mondo esterno , stiamo cercando ” lo sconosciuto ” che ci abita dentro, un dialogo intimo, sincero , amichevole come volersi bene e finalmente trovarsi e abbracciarsi.

    Ogni tanto prima di scrivere una riflessione o una poesia , lo faccio sempre e serve.

    Serve a buttare fuori le famose zavorre che ci appesantiscono il sentire e la mente perché quando scrivo devo essere sincera per ascoltare le mie emozioni e poterle trasmettere e tradurle in parole .
    Buonanotte IGS.

    1. Avatar IGS

      Vero. Il silenzio autentico non è mai totale, perché anche quando il mondo tace, noi continuiamo a far rumore. Il battito, il respiro, i pensieri… siamo un’armonia disordinata che non si spegne mai.
      Ma è proprio lì che inizia la battaglia del guerriero: imparare a distinguere il rumore dalla voce interiore.
      Il vero silenzio non si cerca fuori, si conquista dentro. È una lotta contro la distrazione, contro tutto ciò che ci trascina via da noi stessi. È la disciplina di chi impara ad ascoltarsi senza paura, anche quando ciò che emerge non è comodo.
      Perché conoscersi davvero è come affrontare un campo di battaglia: ti guardi negli occhi e vedi sia la luce che l’ombra.
      Il guerriero non scappa, non si nasconde dietro i pensieri o le giustificazioni. Si ferma, spegne l’interruttore del mondo esterno, e ascolta. In quel momento non combatte più per vincere, ma per comprendere.
      E quando la mente si svuota, quando il rumore diventa ritmo, allora capisci che il silenzio non è assenza di suono — è presenza di Essenza.
      È lì che ci si ritrova.
      È lì che nasce la pace vera, quella che non dipende da nulla e da nessuno.
      Grazie Desirè, sempre molto profonda nelle tue risposte.

  2. Avatar Vicky

    È proprio difficile fare un vero silenzio, privo di distrazione interiore. Credo ci voglia un esercizio della volontà graduale per raggiungerlo.

    1. Avatar .Desire' Kariny

      Ciao Vincenza 🌹
      Sono felice di trovarti qui da IGS…
      Buona giornata Cara Vicky 🥰👍🏻🤍

    2. Avatar IGS

      Certo Vicky.. viviamo in mezzo al ruore. Tuttavia il mio silenzio è un silenzio che si fa spazio proprio in mezzo al rumore. Con la vita che faccio l’ho dovuto imparare. Ognuno ha il suo silenzio… viene molto naturale. Pensa a quando leggi un romanzo che ti prende, o guardi un film che ti piace oppure sei concentrata in una mansione impegnativa. Esiste solo quello tutto il resto scompare. Avviene in modo inconsapevole. Ma possiamo richiamarlo in modo consapevole. Ed è importante.. come è importante per chi corre saper prima camminare. A presto e grazie del contributo.

Rispondi a Vicky Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *