Questo articolo è liberamente ispirato agli insegnamenti trascritti dal Cerchio Firenze 77, un gruppo spirituale italiano attivo tra gli anni ’50 e ’80, noto per le sue comunicazioni medianiche con entità come Kempis. Le trascrizioni di queste riunioni sono state magistralmente raccolte da Paolo Franceschetti nell‘Opera Omnia, un compendio che raccoglie tutte le riunioni dal 1950 al 1984
Il messaggio originale
Fratello caro, la tua via è in te; sappila trovare. A volte un sussurrarti dentro una parola
possono farti trovare questa tua via, la cui ricerca non deve costarti fatica. Tu sai che
essa può essere trovata solo nell’intima tranquillità, e questa tranquillità scaturisce
dalla conoscenza di te stesso.
Oggi sono a parlarti della meditazione non come la intendi tu, figlio della civiltà
occidentale, ma come la intendiamo noi orientali; meditare non significa procedere
ad una pratica di devozione o un esercizio mentale, ma significa procedere alla
conoscenza di te stesso. Alcuni danno a questa parola il significato di concentrazione,
ma saper concentrare la tua volontà non significa conoscere te stesso. Riuscendo ad
acquisire questa facoltà tu hai un’arma pericolosa nelle tue mani e puoi nuocere o
giovare, anche indipendentemente dal tuo desiderio. Mentre conoscendo te stesso
saprai come usare questa facoltà psichica. Per questo essere meditante non significa
seguire un esercizio psichico, ma frugare nelle molte stratificazioni della tua coscienza
causate dall’educazione e dalle impressioni ambientali. Quando avrai realizzato questa
meditazione che è purificatrice, cesseranno durante le ore di sonno i sogni conseguenza
dell’affiorare alla superficie delle remote stratificazioni della tua coscienza.
Quando un fratello non vuole commettere certe azioni per il timore di far male, ne
favorisce sempre l’effettuarsi e quando ciò è accaduto egli cerca di cancellarne il
ricordo, ma questo ricordo nel sonno torna alla coscienza, spesso causando incubi e
timori. Sii costantemente meditativo, fratello caro, cesseranno allora questi incubi; non
ridurre questa consapevolezza di te a pochi istanti della tua giornata, ma medita in
continuità ed allora la tua coscienza sarà come un libro aperto e in te sarà l’ordine,
quell’ordine necessario acciocché tu possa trovare la via, fratello caro.
Om mani padme om.
Fratello Orientale
Il messaggio del Fratello Orientale è semplice :
la via non si trova fuori.
Non serve cercare ma ricordare.
E per ricordare chi sei, devi tacere dentro. Quando dice “la tua via è in te”, non parla di una strada da costruire, ma di qualcosa che già esiste.
Solo che la confusione, la paura e i condizionamenti ti impediscono di vederla.
La meditazione, in questa visione, non è una pratica da imparare, ma un modo di vivere.
L’ errore dell’uomo occidentale ,dice il testo , è credere che meditare significhi fare qualcosa: concentrarsi, respirare, immaginare.
In realtà, meditare è togliere, non aggiungere.
È smettere di recitare un ruolo e guardare cosa resta quando tutto il resto cade.“ Frugare nelle stratificazioni della coscienza” significa proprio questo:
andare sotto l’educazione, sotto i pensieri imposti, sotto l’immagine che hai di te.
Finché non resti nudo.
E quando arrivi lì, non serve più cercare: la via si mostra da sola. C’è anche un avvertimento importante: la concentrazione senza consapevolezza è pericolosa.
Chi impara a dirigere la mente senza conoscersi rischia di ferire se stesso o gli altri,
perché la forza psichica senza comprensione è cieca.
È la differenza tra il guerriero che domina la spada e quello che la impugna per paura. Poi il testo tocca un punto poco compreso:
i sogni e gli incubi sono lo specchio di ciò che neghi da sveglio.
Se vivi nella rimozione, la notte te lo rimette davanti.
Quando invece vivi meditativamente ( cioè in presenza, in sincerità ) anche il sonno si purifica.
Non c’è più nulla da reprimere, e la mente smette di ribollire.
Infine, la frase chiave: “Sii costantemente meditativo.” Non è un invito a stare sempre a occhi chiusi.
È un invito a stare sveglio in ogni momento.
A ricordarti di te anche mentre lavi i piatti, parli, ti arrabbi, ami.
Solo allora la coscienza diventa “come un libro aperto”, ordinata, limpida.
Ed è in quell’ordine che si trova la via.
IIl guerriero silenzioso non medita per sentirsi spirituale.
Medita per conoscere la verità — e per vivere in accordo con essa, anche quando fa male.
Non fugge dal mondo, ma lo attraversa con consapevolezza.
Non cerca la pace, la genera.
Om mani padme om non è un saluto mistico:
significa “il gioiello è nel fiore di loto”,
cioè: la luce è già dentro il fango, dentro te.
Non devi diventare nulla, devi solo ricordarti chi sei.



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