Ci hanno raccontato una storia.
Una storia chiara, lineare, colma di autorità e castighi. C’è un Dio (maiuscolo), c’è un uomo (minuscolo), c’è una colpa (che non si sa bene perché ereditiamo ancora oggi) e poi un Salvatore, una Chiesa, e una lunga lista di cose da fare o da evitare. Se segui tutto alla lettera, ti salvi. Se no, ti arrangi. O peggio.
Ma se ci avessero raccontato solo una versione?
Se ci fosse un filo più antico, più profondo, che collega gli Elohim della Genesi ai Deva dei Veda, passando per le parole di Gesù, gli scritti apocrifi, la gnosi, la meditazione orientale e… persino certi passaggi alieni?
Preparati. Non stai per leggere un dogma. Stai per infilarti in un percorso dove le certezze barcollano, ma qualcosa di più solido potrebbe emergere.
1. L’Ortodossia: il racconto ufficiale
La storia ce la insegnano da bambini. C’è un Dio che crea tutto. Poi l’uomo sbaglia, viene punito, vive nella sofferenza. Per rimediare, Dio manda suo Figlio. Lui muore per noi, risorge, fonda la Chiesa. Chi ci crede si salva, chi no si danna. Fine.
Tutto ben confezionato. Tutto dentro una scatola. Peccato che, già nei primi secoli dopo Cristo, quella scatola non bastava a contenere tutte le versioni.
2. La Gnosi: la religione della memoria
Intorno al II secolo d.C., prima che il cristianesimo diventasse religione di Stato, c’erano tante comunità cristiane. Alcune seguivano un’altra via, oggi chiamata “gnostica”.
Secondo loro, dentro l’uomo c’è una scintilla divina, dimenticata. Il mondo materiale è una prigione. Il corpo? Una trappola. Il Dio dell’Antico Testamento? Non il vero Dio, ma un demiurgo: un’entità potente ma ignorante o malvagia, che ha creato il mondo come simulazione, come illusione.
E Gesù? Non viene per fondare una religione. Viene per risvegliare. Per dire: “Guarda che sei spirito. Stai dormendo. Hai dimenticato chi sei.”
La Chiesa ortodossa non la prese bene. Risultato? I vangeli gnostici vennero distrutti, le comunità perseguitate, la dottrina scomunicata. Ma non tutto fu perduto. A Nag Hammadi (Egitto), nel 1945, saltano fuori testi nascosti per secoli. Il Vangelo di Tommaso, ad esempio, riporta parole di Gesù che suonano ben diverse: “Il Regno è dentro di voi e fuori di voi.”
3. I Veda e gli Dèi che vennero dal cielo
Molto prima della Bibbia, in India circolavano i Veda. Non un popolo, ma un insieme di testi antichi, nati dalla tradizione orale. Parlano di divinità chiamate Deva e Asura, di guerre celesti, armi di fuoco, viaggi interstellari a bordo dei Vimana.
La somiglianza con la Bibbia fa sobbalzare: anche lì ci sono esseri celesti (Elohim), guerre tra fazioni divine, carri di fuoco. Coincidenze? O racconti dello stesso evento in linguaggi diversi?
4. Biglino e la Bibbia spogliata dalla fede
Mauro Biglino, ex traduttore per le Edizioni San Paolo, ha osato togliere la fede dal testo. Ha preso l’Antico Testamento e l’ha tradotto letteralmente, senza interpretazione spirituale.
Risultato? Niente Dio unico, ma un gruppo chiamato Elohim. Niente creazione dal nulla, ma ingegneria genetica. Niente miracoli, ma tecnologia avanzata. Niente paradiso spirituale, ma gerarchia, guerra e controllo.
A prima vista, questo sembra cozzare con la gnosi e l’idea della scintilla divina. Ma se consideriamo che gli Elohim siano solo una razza superiore che ha manipolato l’uomo, allora le due narrazioni si possono allineare. Gli Elohim hanno creato il corpo, ma non la scintilla. La nostra parte divina non viene da loro. Viene da più in alto. Ecco allora che la Bibbia stessa, letta tra le righe, parlerebbe di una prigione creata da entità che si spacciano per dio, mentre il vero Dio è “nei cieli”, in un’altra dimensione e la sua scintilla risiede nel profondo di ogni essere umano, come una sorta di ponte di collegamento.
5. Neville Goddard e il Vangelo come viaggio interiore
Goddard, mistico moderno, prende i Vangeli e li legge come una mappa della coscienza. Per lui, Gesù è un simbolo dell’Io, della coscienza che si risveglia. Tutti i personaggi sono aspetti interiori. Il Regno dei cieli? Stato mentale. Il miracolo? Trasformazione della realtà attraverso l’immaginazione disciplinata.
Sembra una follia? Ma anche lui parla di risveglio, di memoria, di divinità interiore. Ancora una volta: cambia il linguaggio, ma il filo è lo stesso.
6. Le religioni orientali: tutto è Uno, tutto è sogno
L’Advaita Vedanta dice: tutto è Brahman. Non c’è separazione. La realtà è illusione (Maya). Il risveglio è accorgersi che siamo ciò che cercavamo.
Il Buddha dice: il desiderio è sofferenza, la mente ci inganna, e la liberazione viene nel silenzio profondo dell’essere.
Ancora una volta: il mondo è una prigione. Ma noi siamo molto di più.
7. Un filo comune?
Dalla Bibbia ai Veda, dalla Gnosi al Buddhismo, da Goddard a Biglino: cambia il lessico, ma molti racconti convergono:
- Il mondo materiale non è la realtà ultima.
- L’essere umano ha dentro qualcosa di eterno, dimenticato.
- Esistono forze che vogliono tenerci nell’ignoranza.
- Il risveglio non è fede cieca, ma esperienza diretta.
8. E la Chiesa?
In tutto questo, la Chiesa ha giocato il ruolo del guardiano della narrazione. Ha custodito, censurato, selezionato. Ha perseguitato eretici, messo all’indice testi, imposto dogmi. In nome di una Verità, ha spesso spento domande.
Ma oggi, molte di quelle domande riaffiorano. E la Chiesa, in parte, sembra in difficoltà. In parte si rinnova. Ma resta ancorata a una visione dualista, verticale, dogmatica.
9. E se fosse tutto vero?
E se fossimo davvero un misto di carne aliena e scintilla divina?
Se fossimo stati progettati, ma poi abitati da qualcosa che va oltre le stelle?
Forse i racconti antichi ci parlano proprio di questo. E forse ora, in questo tempo così fragile, è il momento di ricordare. Di ricucire i fili. Di far pace tra scienza, spiritualità e mito.
Non per credere a tutto. Ma per tornare a cercare davvero.
Perché qualcosa, dentro di noi, ricorda ancora.
Alla fine di tutto questo viaggio tra antichi dèi, vangeli nascosti, ingegneria genetica e saggezze millenarie, cosa ci resta? Ci resta una grande, gigantesca verità: il sistema che ci governa oggi — quello fatto di regole invisibili, di soldi che girano come fantasmi, di colpe e debiti che ci portiamo sulle spalle — è un po’ come quel demiurgo degli gnostici. Un’entità che non vuole farci pensare, che vuole tenerci incatenati dentro una realtà che non è la nostra, una prigione dorata dove ci fanno credere che non possiamo andare oltre.
Ci raccontano che dobbiamo affidarci a un tramite, una Chiesa, un governo, un sistema, che è l’unico capace di farci toccare la “verità” o il “potere”. Ma, proprio come le risorse della Terra — immense e più che sufficienti — che però sono concentrate nelle mani di pochi e distribuite in briciole, così la nostra ricchezza interiore, la scintilla divina di cui parlano gli gnostici e le tradizioni spirituali, ci viene nascosta, negata, imbrigliata.
Il “peccato originale” che ci raccontano da bambini? È la versione spirituale del debito pubblico che ci portiamo dietro ogni giorno: un fardello invisibile, perpetuo, che ci dice che non siamo mai abbastanza, che dobbiamo obbedire, lavorare, pagare, soffrire. E così restiamo lì, schiavi di una narrazione che non abbiamo scelto, in una vita che spesso non ci appartiene.
Ma qualcuno, forse, ha già detto tutto questo molto tempo fa: “Come in cielo così in terra, come in piccolo così in grande, sopra e sotto.” Ecco perché è così importante aprire gli occhi, cercare quella scintilla dentro di noi, e avere una visione globale di tutto questo casino.
Ecco perché ho scritto questo articolo: non per dare risposte definitive, ma per offrirti una lente diversa, un punto di partenza per pensare con la tua testa, per guardare dentro e intorno a te, e forse, per capire che non sei solo in questa prigione.

Le domande del Guerriero silenzioso:
E se la realtà che viviamo fosse davvero una gabbia ben costruita? Come possiamo accorgercene?
Ti sei mai chiesto se quello che chiami “vita normale” è stato programmato per te, prima ancora che potessi scegliere?
Che ruolo ha la spiritualità nel tuo quotidiano? È qualcosa che vivi in prima persona o deleghi a qualcun altro?
Qual è il vero significato del “peccato originale”? È colpa, è ignoranza… o è solo il primo atto di una lunga catena di controllo?
Siamo davvero liberi di scegliere o stiamo solo scegliendo tra opzioni già decise da altri?
Ti è mai sembrato che la tua energia, il tuo potenziale, venga costantemente disperso in obblighi che non hai mai voluto?
Credi che dentro di te ci sia davvero una scintilla, qualcosa che nessuna istituzione può toccare o controllare?
Se tutto quello che esiste fuori è anche dentro di noi, come cambia il modo in cui osserviamo il mondo?
Come cambierebbe la tua vita se smettessi di credere a quello che ti è stato insegnato… e iniziassi a cercare davvero chi sei?
Se l’articolo ti risuona rispondi alle domande, ponine di nuove o semplicemente… respiraci su…
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