3: Tutto ciò che ti serve non ti piace”

C’è un paradosso fastidioso, nel percorso verso noi stessi: le parti che più ci servono sono quasi sempre quelle che più ci danno fastidio.
Quelle che rinneghiamo, che giudichiamo, che abbiamo sepolto sotto anni di vergogna, educazione, apparenza.
Eppure proprio lì, in quei frammenti scomodi, disordinati, imperfetti, sta nascosto l’accesso alla verità più profonda.

Ma non ci piace guardarle. Preferiamo tenere in piedi il personaggio.
Quello bravo, quello controllato, quello forte, quello spirituale, quello razionale.
Facciamo di tutto per evitare ciò che ci mette a disagio: la rabbia, la paura, la gelosia, la debolezza, il bisogno di essere amati, l’odio, la vergogna.
Pensiamo che se le ignoriamo abbastanza a lungo, spariranno.

Non spariscono.
Si nascondono. E da lì dentro ci guidano senza che ce ne accorgiamo.
Fanno scelte per noi, attirano situazioni, rovinano relazioni, bloccano la nostra espressione più vera.

Jung lo diceva chiaramente: “Ciò che non vuoi conoscere di te stesso, alla fine arriva da fuori come destino.”
Quelle parti che rinneghi — il tuo lato oscuro, le tue debolezze, le reazioni che giudichi — non sono il problema. Sono la porta.

Ma per varcare quella porta serve coraggio.
Serve lasciarsi cadere. Ammettere che hai paura. Che sei fragile. Che a volte sei meschino. Che provi rabbia anche se sei una persona “buona”. Che giudichi. Che manipoli. Che vuoi essere visto.

E non per crogiolarti in tutto questo. Ma per assumerlo. Per smettere di fingere.
Solo quando dai un nome alle tue ombre, loro smettono di agire nell’ombra.

Il guerriero non è quello che reprime.
Il guerriero è quello che ha imparato a sedersi accanto al proprio mostro senza scappare.
Che sa che il dolore non è il nemico. Che sa che proprio dove ti vergogni di guardare, c’è l’oro.

E allora sì, tutto ciò che ti serve probabilmente non ti piacerà all’inizio.
Perché ti mette a nudo.
Perché ti obbliga a smontare la maschera.
Ma poi — solo dopo — comincia la vera forza. Non quella che mostra i muscoli.
Quella che nasce quando non devi più difenderti da te stesso.


E tu? Qual è la parte di te che eviti di guardare?
Hai mai provato ad ascoltarla, invece che combatterla?
Scrivilo nei commenti, se ti va.
A volte, nominarla è il primo atto di liberazione.


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