Maestri o venditori di luce?

C’è una cosa che i veri maestri hanno in comune: ti rendono libero da loro. Gesù non chiese di essere adorato, ma di cercare il Regno dentro di sé. Buddha lasciò domande, non dogmi. Socrate bevve la cicuta pur di non sostituire il tuo pensiero con il suo. Eppure, oggi, i loro insegnamenti sono spesso imballati in religioni, corsi e rituali vuoti. Com’è possibile che un messaggio di libertà si trasformi in una catena?

Il problema è antico, ma oggi ha preso nuove forme. Basta aprire Instagram per trovarsi davanti a guru con la barba sacra, lo sguardo profondo e il tono da oracolo. Parlano di risveglio, di amore universale, di vibrazioni. Vendono verità preconfezionate in pacchetti da tre lezioni più bonus esclusivo. Hanno tutti lo stesso copione: “Io so, tu no. Seguimi e ti illuminerò”. Ma se la verità è una, come mai ognuno di loro ne ha una versione diversa?

Eppure, non tutti sono impostori. Alcuni sono davvero anime risvegliate che cercano di aiutare. Il guaio è che anche i più sinceri rischiano di cadere nella trappola dell’idolatria. Senza volerlo, diventano personaggi invece che persone, simboli invece che guide. Le loro parole, invece di essere spunti per riflettere, diventano comandamenti. I loro silenzi, invece di essere pause, diventano misteri da decifrare. La loro vita, invece di essere un esempio, diventa una leggenda irraggiungibile.

Ed è qui che il messaggio si rompe. Perché più un maestro viene idealizzato, più diventa una distanza, non una direzione. Più lo si guarda dal basso, meno si cammina in avanti. Si crea un meccanismo perverso in cui il discepolo resta discepolo per sempre, bisognoso, fedele, dipendente. E a quel punto, anche la luce diventa merce.

La verità autentica, quella che davvero trasforma, non si può vendere. Non è un corso, non è un seminario, non è una newsletter settimanale. Non c’è niente di sbagliato nel ricevere un compenso per un lavoro onesto, ma c’è una differenza abissale tra chi ti accompagna nel tuo cammino e chi costruisce un business sulla tua fame di senso. Perché se la verità è universale, non ha bisogno di proseliti. E se è personale, nessuno può dartela. Al massimo può aiutarti a togliere il rumore di fondo.

Un vero maestro lo sa. Non ti dà risposte in scatola, ti fa domande che ti mettono in crisi. Non ti dice come devi essere, ti ricorda che puoi esserlo. Non si mette sul piedistallo, si mette al tuo fianco. E soprattutto, quando ha fatto il suo lavoro, ti lascia andare. Come un traghettatore che non trattiene nessuno sulla barca. Ti accompagna solo finché hai bisogno di ricordarti che sai nuotare.

Il guaio è che oggi il mercato vende sicurezza, non verità. E la sicurezza, anche spirituale, è una droga dolce. Meglio una via certa, anche se finta, che affrontare il vuoto e il dubbio. Meglio pagare per sentirsi spirituali, che stare zitti e ascoltare quel silenzio interiore che non fa sconti. È più comodo farsi guidare che camminare nel buio con una torcia fioca e le proprie gambe.

Ma è proprio lì, in quel buio, che succede la verità. Quando ti accorgi che non serve nessuno a dirti dove andare. Che le mappe degli altri non funzionano per te. Che il cammino non è fatto di mete, ma di passi. Ed è solitario, sì, ma non solitario nel senso triste del termine. Semplicemente, è tuo. Nessuno può camminarlo al posto tuo. E se c’è qualcuno che dice il contrario, che vuole “condurti”, che ti promette risultati rapidi, livelli energetici più alti, armonizzazioni garantite… allora forse sta vendendo la meta perché ha smesso di camminare.

Il vero maestro non ti promette niente. A volte neppure parla. A volte arriva solo per un momento, e poi sparisce. Come un passante che, vedendoti smarrito, ti indica un sentiero e se ne va. Non resta lì a firmarti il certificato di risveglio. Non si aspetta gratitudine, né fedeltà. Non vuole followers, né recensioni a cinque stelle. Ti guarda, e nel silenzio ti dice: “È tutto già dentro di te”. Poi ti volta le spalle. E tu resti lì, più nudo, ma anche più vero.

Forse il segreto è tutto qui: nessuno può illuminarti, ma qualcuno può aiutarti a vedere il buio che già conosci. E quando capisci questo, non hai più bisogno di maestri, né di guru. Hai solo bisogno di camminare. Con le tue gambe, i tuoi dubbi, i tuoi inciampi. E quando incontri qualcuno che non ti chiede di seguirlo, ma ti invita a guardare dentro… allora non serve più chiedersi se è un maestro o un venditore. Perché la risposta non è in lui. È in ciò che ti ha lasciato. Se è libertà, allora è stato vero.



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