La notte non ha pietà.
Arriva piano,
ma affonda le mani
nelle pieghe del silenzio.
Ti trova stanco,
con gli occhi pesanti
e il cuore pieno di “avrei potuto”,
di parole non dette,
di gesti rimasti a metà.
Le scelte sbagliate
sfilano come ombre
sotto palpebre chiuse
che non chiudono niente.
Il letto diventa campo di battaglia,
e i pensieri,
una marcia assordante
che non si può fermare.
Ma poi, nel buio più denso,
succede qualcosa.
Il respiro si fa presente,
il silenzio smette di fare paura
e diventa casa.
Allora guardi,
senza giudicare.
Lasci affondare i mostri,
uno ad uno,
e ciò che resta a galla
non è la pace,
ma una verità sottile.
Non consola,
non semplifica,
ma illumina abbastanza
per lasciarti andare.
E così,
finalmente,
dormi.

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