….che da giovani ci abita, e da adulti ci chiede il conto
Da giovani, abbiamo dentro una fiamma. Non sappiamo chiamarla, non la comprendiamo fino in fondo, ma la sentiamo: è passione, sogno, rabbia, slancio vitale. Ci brucia, ci smuove, ci travolge. È nei sogni più grandi, nelle notti di lacrime, nei pomeriggi spesi a credere che tutto sia possibile. Quella fiamma ci abita. Ma non lo sappiamo.
Poi si cresce. E, crescendo, si comincia a spegnerla , lentamente, senza nemmeno accorgersene. Si chiude una porta, si rinuncia a qualcosa, si entra nel meccanismo. Lo chiamiamo “diventare adulti”. Lo chiamiamo “maturità”. E nel frattempo, quella fiamma sembra affievolirsi. A volte addirittura sparisce. La si dimentica, troppo presi a rincorrere impegni, ruoli, doveri. Siamo talmente occupati a diventare ciò che “dobbiamo essere” che perdiamo di vista ciò che eravamo davvero.
Il paradosso è questo: più provi a spegnerla, più lei , prima o poi, torna. Si ripresenta all’improvviso, in una crepa della quotidianità, in un sogno dimenticato, in una frase scritta distrattamente. E allora ti svegli. Ti accorgi che quella luce che avevi dentro non era un’infatuazione adolescenziale. Era te. Era la tua verità più profonda.
Solo da adulto, con le spalle appesantite da ciò che hai vissuto, riesci a collegare tutto. I tumulti, i dolori, le notti insonni, i sorrisi sinceri, le lacrime che ti hanno scavato dentro; erano tutti manifestazioni di quella fiamma. Ma allora non lo sapevi. Allora pensavi fosse solo confusione, ingenuità, emotività. Ora lo capisci. Ma sei immerso nella meccanicità del mondo, dove ogni spazio per quella luce sembra negato.
E allora cosa te ne fai, adesso, di questa consapevolezza?
La verità è che la fiamma non si è mai spenta. Sei tu che hai smesso di guardarla. Eppure lei è lì, ancora viva, anche se soffocata da anni di “devi”, “non puoi”, “non è il momento”.
Forse oggi non serve più rincorrere sogni grandi o ribellioni epiche. Forse basta riconoscere che quella luce esiste ancora, e che non sei solo nel sentirla. Basta anche solo decidere di non spegnerla più. Di non vergognarsene. Di darle voce, un passo alla volta, anche nel bel mezzo della fatica quotidiana.
Perché quella fiamma, che da giovane ti ha mosso e da adulto ti chiama, non è un ricordo del passato. È il tuo vero inizio. E il Guerriero, prima o poi, risponde.

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