Il primo passo (quello che nessuno racconta)

Viviamo in un’epoca in cui anche la spiritualità è diventata merce.
Corsi, percorsi, masterclass, attivazioni, risvegli programmati a pagamento.
E magari alcuni sono pure bravi. Alcuni ci credono davvero, e sono anche avanti, teoricamente. Ma poi? Poi vai a vedere e ti chiedono cifre esorbitanti per portarti “verso te stesso”.
E allora ti viene da chiederti:
ma questa è crescita o business?

Non dico che non debbano campare.
Per carità, tutti dobbiamo mangiare.
Ma posso dire che a me questa cosa dissuona?
Posso dire che quando si parla di verità, di coscienza, di risveglio, il denaro – soprattutto se in quantità – stona come una nota sbagliata in un canto sacro?

Io non riesco a vedere i soldi come “energia”, come dicono tanti.
Li vedo per quello che sono: un male necessario in un mondo di bassa coscienza.
In un mondo davvero coscienzioso, non servirebbero.
E per questo, nel mio piccolo blog, non vendo corsi, non offro “vie”, non cerco “clienti”.
Ho solo lasciato aperta la possibilità di donare, anche solo un centesimo. O niente.
Perché il dono più grande è che tu sia arrivato fin qui.
Che tu abbia letto. Che magari tu ti sia fermato, anche solo un attimo.
Che tu abbia fatto silenzio. Che tu abbia respirato.
E se anche alla fine penserai che sono tutte cazzate, ma prima di dirlo ti sei fermato un secondo, allora per me è già vittoria.

Sento profondamente che quando una persona raggiunge una verità dentro di sé, anche piccola, anche fragile, e sente che quella verità può portare anche solo un grammo di luce nel mondo, allora ha il dovere morale di condividerla.
Di donarla. Punto.

Per questo diffido di chi chiede troppo.
Di chi parla di clienti.
Di chi mostra diplomi, certificati, attestati come se servissero a legittimare qualcosa che si vive dentro.
La coscienza non si misura a ore. Non si timbra. Non si vende.

Il mio è un pre-passo, forse.
Una sorta di anti-percorso.
Un inizio.
Il primo passo vero.
Quello di cui nessuno parla mai.

È come con il campione dei 100 metri piani.
Tutti parlano degli anni di allenamento, delle tecniche, dei muscoli, della postura.
Ma nessuno ti dice che la cosa più importante è avvenuta molto prima:
il giorno in cui sua madre o suo padre gli hanno lasciato la mano e lui, per la prima volta, ha mosso un passo da solo.

Senza quello, non ci sarebbe stato niente.

Ecco, questo blog è per quel passo.
Quello che nessuno monetizza.
Quello che nessuno insegna.
Quello che puoi fare da solo, adesso, leggendo queste righe.
Fermati. Respira. Fai silenzio.

Tutto inizia da lì.
E tutto ciò che conta… è già lì.



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