Coraggio? Una scelta consapevole


Prendiamo cento persone, a caso. Tra queste, forse due o tre sono dominate dall’egoismo, incapaci di empatia, fredde. Ma il resto — novantasette, novantotto — sono, in fondo, buone. Gente comune, magari confusa o spaventata, ma con un cuore che batte per qualcosa di giusto. Questo lo sappiamo. Lo sentiamo. E lo sa anche il potere.

È come in un concerto, quando migliaia di persone cantano insieme. Alcuni sono stonati, certo. Ma l’insieme è potente, armonico. Bellissimo. Così è l’umanità: nell’insieme vibra qualcosa di autentico, qualcosa di buono.
Eppure, nonostante questa bontà diffusa, c’è una grande debolezza: il coraggio è raro.

Quanti, in quel gruppo di cento, rischierebbero davvero qualcosa — magari la propria sicurezza, o la vita — per aiutare uno sconosciuto? Pochi. Ed è proprio qui che il potere affonda le sue radici. Non perché siamo cattivi, ma perché siamo spaventati.
Il potere lo sa: la paura paralizza. La paura ci divide, ci fa sospettare, ci costringe a scegliere: caschi tu o casco io?

È così che ci tengono in trappola.
Ci fanno vivere in uno stato di tensione permanente. Ci mostrano il pericolo ovunque. Ci convincono che l’altro è una minaccia, che la scarsità è inevitabile, che siamo soli.
Ma non è vero.

La verità è che uniti siamo forti. Il potere lo teme, e per questo ci vuole divisi. Divide et impera: metterci gli uni contro gli altri, distrarci con guerre culturali, ideologie, falsi nemici. Ma la forza della collettività è reale. È quando ci riconosciamo simili, fratelli, esseri umani. È quando scopriamo che la solidarietà non è debolezza, ma la più potente forma di resistenza.

Eppure, non basta stare insieme. Serve coraggio.

Il coraggio non è assenza di paura. È agire nonostante la paura. È dire “no” quando tutti stanno zitti. È aiutare qualcuno che non può restituirti niente. È scegliere la verità anche quando fa male.
E il coraggio, come ogni cosa vera, nasce dalla consapevolezza.

Perché quando sei consapevole, vedi. Vedi te stesso, gli altri, il gioco che viene giocato sulle nostre teste. Vedi che i “potenti” senza il nostro consenso non possono nulla. Che la paura è solo un’ombra.
La consapevolezza è luce. E dove c’è luce, la paura non comanda più.

La consapevolezza ci libera.
Ci fa capire che possiamo scegliere chi essere. Che possiamo costruire un mondo diverso. Che non dobbiamo aspettare eroi: basta iniziare. Ognuno, nel suo piccolo. Ogni giorno.

E allora sì: coraggio e consapevolezza.
Due parole semplici, ma se davvero le facessimo nostre, cambierebbero tutto.


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