guerre narrate come inevitabili, tutti predicano la pace, tutti dicono di aver vinto. Ma chi vince davvero? Chi perde davvero? Chi ci guadagna? Chi ha ragione?”
Partiamo da una verità semplice :
I popoli tra loro si amano, si rispettano, si aiutano — allora tutto quello che vediamo non ha nulla a che fare con i popoli.
Sono le élite, i governi, gli interessi economici e geopolitici a farci credere che ci odiamo. A convincere un russo che l’ucraino è un nemico. A far pensare a un israeliano che ogni palestinese sia un terrorista, e viceversa.
Ma quando un popolo incontra un altro popolo, senza bandiere in mezzo, non ci sono guerre. C’è curiosità, scambio, accoglienza. È solo quando entrano in gioco i poteri, che comincia il veleno: propaganda, paura, controllo, manipolazione.
Leggere ogni conflitto da questa lente rivela tutto:
- I popoli non si fanno guerra, vengono mandati in guerra.
- I popoli non si odiano, vengono avvelenati dall’alto.
- I popoli non traggono vantaggio dai conflitti, li subiscono.
Questa chiave di lettura smonta tutte le narrazioni costruite ad arte. E se tutti cominciassimo a usarla davvero, senza lasciarsi fregare da bandiere e notiziari, la pace diventerebbe possibile davvero.
Solo che questa chiave, a chi comanda, fa paura. Perché un mondo in cui i popoli si parlano e si aiutano, è un mondo in cui loro non comandano più.
E allora è facile rispondere anche alle domande iniziali.
Chi Vince? Vincono sempre i poteri che la guerra l’hanno voluta: chi vende armi, chi ristruttura paesi distrutti con appalti miliardari, chi consolida il proprio potere interno grazie alla paura e al nemico esterno. Vincono le élite, i potentati economici, chi decide e resta dietro le quinte.
Chi perde? Perdono i popoli. Sempre. Perdono le madri, i figli, i padri, i civili. Perdono quelli che muoiono e quelli che restano. Perdono quelli che non volevano combattere ma sono stati costretti a farlo o a subirlo. Perdono i sogni, la libertà, il futuro. Perde la verità, la dignità umana, la pace. Si perde ogni possibilità di cooperazione, di costruzione, di evoluzione. Perde la giustizia, perché in guerra la legge viene sospesa, elusa, calpestata e il più forte decide cos’è “giusto”.
Chi ci guadagna: Ci guadagnano le industrie belliche, le banche che finanziano entrambe le parti, i politici che rafforzano il proprio potere giocando con la retorica patriottica. Ci guadagna chi è abbastanza in alto da non dover mai sporcare le mani col sangue.
Chi ha ragione: Nessuno dei governi ha davvero ragione.
Perché quando per far valere una “ragione” serve mandare a morire migliaia di persone, quella ragione non è più legittima, è solo un pretesto.
Ecco perché non bisogna più parlare di “nazioni” in guerra, ma di governi che usano i popoli come carne da macello. La guerra non è un conflitto tra popoli. È un affare tra pochi, pagato con la vita dei molti.
I Popoli hanno ragione!! Chi vuole vivere in pace, chi vuole lavorare, crescere i figli, respirare senza bombe sopra la testa, chi non ha mai dichiarato guerra a nessuno: loro hanno ragione.
I governi, da qualsiasi lato stiano, fanno i loro interessi. E quando dicono “abbiamo ragione noi”, stanno solo cercando di giustificare un sistema basato sul dominio, sul potere, sul controllo.
Perciò, se proprio dobbiamo dirlo: ha ragione chi rifiuta la guerra, chi disobbedisce alla logica del nemico, chi si alza e dice “questa non è la mia guerra”. Tutto il resto è fumo negli occhi.
“Il popolo vuole la pace. Il potere ha bisogno della guerra.”

Le domande del guerriero silenzioso
Guarda le guerre con gli occhi dei popoli, non con quelli della TV. E chiediti:

Chi ci divide oggi?
Chi ci spinge a odiare?
Per quale motivo dovremmo odiarci?
Immagina un russo e un ucraino seduti allo stesso tavolo a bere vodka e mangiare borsch. Si capiscono. Si rispettano. Si aiutano.

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Allora dimmi. Perché dovrebbero farsi la guerra?”
Se l’articolo ti risuona, rispondi alle domande, ponine di nuove o semplicemente respiraci su….


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