La Pace che nasce da dentro

con riferimento al messaggio del Papa Leone XIV


Introduzione personale

Non sono cattolico. Non sono un guru. Non sono niente di tutto questo.
Sono solo una persona che, come tante, cerca ogni giorno di ascoltarsi dentro.
A volte ci riesco, altre volte no. Ma continuo a provarci. Non mi arrendo.

Parlo del messaggio del Papa non perché rappresenti un’autorità per me, ma perché, che si creda o no, è una figura capace di influenzare ,con una sola parola , decine di milioni di persone. E nel messaggio iniziale di questo nuovo Papa, Leone XIV, ho colto una sfumatura. Una parola. Una possibilità.

Ha parlato di “pace disarmata”.
E io, in quelle parole, ho sentito qualcosa che va molto oltre la politica, le diplomazie, le ideologie.
Se quella sfumatura diventerà voce, se quella voce diventerà forte, allora sì, potremmo essere davanti a qualcosa di importante.
Forse, a una vera svolta.

Speriamo.


Viviamo in un tempo in cui la parola “pace” è ovunque, eppure la sua presenza autentica sembra rara. Si invocano trattati, si siglano accordi, si ergono bandiere bianche. Ma se la pace fosse qualcosa di più intimo? Se non fosse il risultato di un’assenza, ma l’origine di una presenza?

La vera pace non è semplicemente l’assenza di guerra. Non è silenzio imposto né equilibrio precario. È uno stato dell’essere. Un centro stabile dentro l’essere umano, che non dipende dalle condizioni esterne ma nasce dalla consapevolezza di sé.

Chiunque può percepirla: credente o ateo, mistico o razionale. Esiste un luogo dentro di noi — una coscienza profonda, un’essenza viva — che quando viene ascoltata, ci parla di armonia, rispetto, compassione. La si può chiamare coscienza, spirito, interiorità, o semplicemente umanità. Ed è lì che nasce la pace disarmata.

Questa espressione, usata dal Papa Leone XIV, è una chiamata radicale a riscoprire la pace come gesto interiore e libero, non imposto, non difeso dalle armi. La pace disarmata è la stessa che Gesù definiva come “la mia pace”, diversa da quella del mondo. Una pace che non ha bisogno di forze armate per esistere, perché non ha nemici da combattere, ma solo coscienze da risvegliare.

È la pace cristica, la pace che nasce dal Cristo che non è fuori, ma dentro. Non una figura esterna, ma una presenza viva che abita nel cuore umano. Non la pace del mondo, fatta di compromessi e di equilibri armati, ma una pace che si dona, che si irradia, che trasforma.

Chi trova quella pace, non può che portarla nel mondo. Non per imporla, ma per ispirarla. La pace sentita non divide, non cerca di vincere, perché è già piena. Ed è in quella pienezza che può nascere un mondo nuovo.

Che le parole di Leone XIV non restino solo speranza, ma diventino coraggio. Perché la pace vera non è l’effetto del disarmo esterno, ma la causa del disarmo interiore. Ed è lì che tutto comincia.


E veniamo alla cronaca odierna. La cosiddetta “pace dei potenti” (la pace del mondo), la pace che si fonda sul timore e sul potere delle armi, è una pace falsa. Non è una pace dei popoli, ma una pace imposta, instabile, destinata a durare solo finché il timore e la minaccia sono più forti delle differenze. Quella non è pace, è un equilibrio precario costruito su paure e conflitti nascosti.

La pace cristica, invece, è una causa della pace dei popoli, non una conseguenza della pace armata. Non è la pace che si ottiene attraverso il riarmo o l’intimidazione, ma quella che nasce dal cuore umano, dalla consapevolezza che ogni vita è sacra e che la vera forza risiede nell’amore, nel perdono, nella comprensione reciproca. La pace cristica non si conquista con le armi, ma con la volontà di trasformare se stessi, di non alimentare il conflitto ma di coltivare la pace interiore.

Guardiamo al mondo di oggi, dove molteplici potenze si preoccupano più del riarmo che del disarmo, dove la paura è usata come giustificazione per perpetuare la violenza. È questa la pace cristica? La pace che abbiamo imparato ad ascoltare nel cuore, che non impone, ma ispira? La risposta è chiara: non è la pace che ci è stata insegnata da Gesù. Non è quella che trasforma il cuore degli uomini, che non può essere mantenuta con minacce, ma solo con il coraggio di scegliere l’amore al posto del conflitto.



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