Gaza è anche nel vicino di casa

Ogni giorno, sui social, assistiamo allo stesso rituale: tragedie lontane come Gaza, la guerra in Ucraina, la povertà nel terzo mondo. Scatti, video, post pieni di indignazione, hashtag e bandierine della pace. Poi? Poi torniamo alla nostra vita, alle nostre spiagge, ai nostri aperitivi, alla routine.
La coscienza pulita? Illusione. Abbiamo fatto il nostro tweet, il nostro post, e ci convinciamo che va bene così. “Cosa possiamo fare noi, in fondo? Nulla.”
E invece no. Non è affatto così.

Perché Gaza non è solo laggiù, a migliaia di chilometri da noi. Gaza è anche nel vicino di casa che non arriva a fine mese. Gaza è nella signora che sta male e nessuno ascolta. Gaza è in quella persona in difficoltà che incontriamo ogni giorno ma a cui voltiamo le spalle.
Se continuiamo a girare la testa dall’altra parte, diventiamo complici. Sì, complici di questa macchina marcia che schiaccia i più deboli. Siamo come i potenti che criticano da lontano ma mantengono il sistema che permette tutto questo: tutti leccaculo, tutti assassini a modo loro.

Il cambiamento non arriverà dall’alto, non dalle élite o dai governi che giocano con la vita di milioni di persone come fossero pedine su una scacchiera. Arriverà lentamente, certo, ma solo se cominciamo a prendere coscienza qui e ora, nel nostro mondo.

E qui arriva la parte che fa male: la coscienza, la sensibilità, non si possono spezzare a compartimenti stagni. Se cominci a vedere Gaza come un problema lontano, dimentichi che la stessa ingiustizia vive accanto a te, nel tuo quartiere, nella tua città, nel tuo condominio. Se impari a riconoscere questa sofferenza quotidiana, la tua sensibilità si espande. Illumina anche i comportamenti più banali, le scelte di ogni giorno.

E allora smetterai di comprare quelle cazzate inutili che alimentano un sistema marcio, fatto di sfruttamento, di guerra, di disuguaglianza. La tua anima non avrà più bisogno di riempire il vuoto con l’ennesimo oggetto, con il consumo fine a se stesso.

Da questa nuova luce nascerà una socialità diversa: vera, fraterna, solidale.
Non sarà facile. Ci vorrà tempo, moltissimo tempo. Ma sempre meno di quello che serve aspettando che “qualcuno dall’alto” sistemi il mondo.

Se vuoi cambiare davvero, devi cominciare da te. Dalla tua famiglia, dai tuoi amici, dalle persone che incontri. Non è un gesto eroico o gigantesco, è semplicemente fare la cosa giusta ogni volta che puoi, anche quando nessuno ti guarda.

Perché il vero cambiamento nasce da piccoli passi fatti da persone comuni che si rifiutano di essere complici del marcio.

Allora sì, indignati per Gaza, per l’Ucraina, per il terzo mondo. Ma non fermarti al post social.
Svegliati, guarda intorno a te, agisci nel tuo mondo.

Il futuro, quella vera rivoluzione, inizia da qui.


Tags:


Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *