Italia, 2025.
Mentre ci arrabattiamo tra stipendi che non bastano, affitti fuori controllo, famiglie che saltano la cena per pagare le bollette, e uno Stato che si gira dall’altra parte…
Il silenzio sui numeri è assordante.
Ma oggi non voglio fare lezioni. Non voglio proporre soluzioni miracolose o utopie. Voglio solo fare un’analisi, dare voce a quei numeri che nessuno ha il coraggio di affrontare. Quelli che ti farebbero sobbalzare dalla sedia, e che invece vengono accuratamente insabbiati, nascosti, silenziati.
Il primo passo? Sapere. Solo sapere.
Poi, che ognuno tragga le sue conclusioni.
Oggi facciamo i conti.
Niente carezze. Niente scuse.
Solo numeri. E coscienza.
Benvenuto nel Paese in cui possedere un’auto è come avere un mutuo. Ma senza garage, senza agevolazioni fiscali, senza il tetto sulla testa. Solo rate, tasse e rabbia.
Metti che compri una Panda, una Clio, una Golf. Nuova o semi-nuova, poco importa. Poi ti ritrovi a versare fiumi di soldi per assicurazione, bollo, manutenzione, carburante, parcheggi e multe.
E a fine anno, ti domandi: “Ma dove cavolo sono finiti i miei soldi?”
1. QUANTO TI COSTA DAVVERO UN’AUTO?
Dati ACI alla mano, questo è il costo medio annuo per un’auto di fascia media in Italia:
Voce | Costo medio annuo |
---|---|
Assicurazione + RCA | €650 |
Manutenzione ordinaria | €500 |
Carburante (12.000 km/anno) | €1.300 |
Bollo e revisioni | €250 |
Ammortamento/perdita valore | €2.000 |
Parcheggi, pedaggi, multe | €500 |
Totale | €5.200 |
2. DOVE VANNO A FINIRE TUTTI QUESTI SOLDI?
Assicurazione –
Paghi €650. Sai quanti ne paga un tedesco medio? Circa €250.
Differenza: €400, ogni anno, per la stessa identica protezione.
Motivo? Il nostro sistema è inefficiente, poco controllato e spesso ostaggio di truffe, rincari arbitrari e zone “a rischio” che coprono mezzo Paese.
Manutenzione –
Cambio olio, filtri, freni: in Italia ti spennano.
I ricambi costano anche +30% rispetto a Francia o Spagna, e la manodopera ufficiale è un salasso.
Perché? Le case auto controllano anche l’assistenza. Un sistema chiuso che protegge i margini, non il consumatore.
Carburante –
Benzina a €1,92/litro.
Ma il costo industriale è €0,38. Il resto? Tasse. Accise. IVA.
E l’IVA si applica ANCHE sulle accise. In pratica, paghi la tassa sulla tassa.
È come se allo stadio ti facessero pagare il biglietto, poi il diritto di entrare, poi l’IVA sul diritto di entrare.
Ammortamento –
Compri un’auto nuova a €18.000. Dopo 3 anni, ne vale 9.000.
Hai perso 9.000 euro solo perché hai osato comprare un bene che diventa vecchio appena lo targano.
In Germania? Il valore tiene meglio. Perché? Perché il mercato dell’usato è più regolato, più trasparente, più rispettato. Non visto come il cugino povero da fregare.
3. IL PARADOSSO ITALIANO
Paghi più che altrove. E ottieni meno.
Hai strade disastrate, parcheggi selvaggi, multe casuali, assicurazioni alte e benzina tassata a livelli medioevali.
Nel frattempo, le compagnie assicurative fanno utili record, le case auto ti rivendono a caro prezzo pezzi da pochi euro, e le compagnie petrolifere intascano il grosso della filiera carburanti.
I benzinai? Guadagnano 2-3 centesimi a litro, quando va bene.
E infatti per sopravvivere ti offrono anche il caffè, il lavaggio, le gomme. Altro che margine facile: è la catena che è sbilanciata.
Eppure continuiamo a credere che “così funziona”, che “è normale”, che “l’auto è libertà”.
No. È libertà di essere spennati con il sorriso.
4. E SE NON FOSSIMO IN UN SISTEMA MARCIO?
Proviamo a immaginare.
Riduzione ipotetica (ma realistica) per voce:
- Assicurazione: da €650 a €300 (come media UE)
- Carburante: -€0,30/litro grazie a riduzione accise = -€360/anno
- Manutenzione: -€150/anno (se il mercato fosse meno chiuso)
Totale risparmio annuale per automobilista: €500 – €700
20 milioni di auto circolanti x €600 =
12 miliardi di euro l’anno di “fregatura sistemica”.
Con 12 miliardi potresti:
- Raddoppiare i fondi per il trasporto pubblico locale
- Ristrutturare 1.000 scuole con impianti efficienti
- Tagliare le tasse su lavoro o pensioni minime
Ma no. I soldi spariscono nel sistema.
E il sistema è strutturato per non farti mai vedere dove.
5. LO SAPEVI?
- Le accise sui carburanti finanziano ancora guerre del secolo scorso, terremoti passati e “emergenze” dimenticate.
- In Francia l’RCA media è €260. In Spagna €300. Da noi il doppio. E nessuno si indigna.
- Il mercato dei ricambi è dominato da filiere chiuse e distributori unici: zero concorrenza = prezzi a caso.
CONCLUSIONE:
Nessuna morale. Nessuna soluzione.
Solo numeri. E coscienza.
E il sospetto che, ogni volta che giri la chiave, qualcuno ti sta aprendo il portafogli.
Nota:
Lungi da me l’idea di offrire una panoramica completa sulle complesse ragioni di tutto questo.
Mi sono volutamente limitato a ciò che, con un minimo di spirito d’osservazione, balza agli occhi di chiunque.
Non c’è settore in cui non aleggi del fumo, un fumo che – guarda caso – facciamo sparire noi a suon di soldi.
I confronti con altri Paesi europei non vogliono idealizzare nessuno: anche lì di fumo ce n’è, eccome.
La differenza è che lì, ogni tanto, ti lasciano fare un tiro.
Qui, nel caro vecchio Italostivale, si pappano tutto loro. Sempre.
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