Cibo, amore, Italia: un trio perfetto, no? Peccato che il conto non lo paga chi ama, né chi cucina… ma chi compra. In Italia mangiare non è più un piacere: è diventato un’abitudine costosa, dove metà del prezzo va a chi non ha mai visto un campo, né acceso un fornello.
1. QUANTO COSTA DAVVERO IL CIBO?
Prendiamo un paniere alimentare medio mensile per una famiglia di 3 persone:
Voce | Spesa mensile (€) | Annuale (€) |
---|---|---|
Pane e cereali | 80 | 960 |
Carne | 130 | 1.560 |
Latte, formaggi, uova | 100 | 1.200 |
Frutta e verdura | 120 | 1.440 |
Altri alimentari + bevande | 170 | 2.040 |
Totale | 600 | 7.200 |
Fonte: Istat, 2024 – media nazionale
Eppure, l’agricoltore che coltiva e l’allevatore che produce ne vedono solo il 7-15%.
2. DOVE VANNO A FINIRE I TUOI SOLDI?
Chi guadagna sul tuo piatto?
- Grande distribuzione (GDO): trattiene il 40-50% del prezzo finale. E non coltiva nulla.
- Intermediari: 10-20%, per “far viaggiare” pomodori pugliesi da Bari a Bologna via Milano (perché sì).
- Packaging, marketing, logistica: fino al 25% del prezzo.
- Produttore agricolo: 7-15%. Quando va bene.
Il pomodoro che paghi 2,20 €/kg al supermercato, è stato pagato 0,28 € al produttore.
3. MA ALL’ESTERO?
Germania: prezzi medi alimentari inferiori del 15% rispetto all’Italia (Eurostat 2023), a parità di qualità nei discount.
Francia: l’agricoltore trattiene il 30-35% del prezzo finale (doppio rispetto all’Italia).
Italia: prezzi più alti + margini più bassi per chi produce. Paghi di più, ingrassi chi sta in mezzo, non chi lavora.
4. IL PARADOSSO ITALIANO
- L’Italia è leader mondiale nella qualità agroalimentare (DOP, IGP, Slow Food, ecc.)
- Eppure abbiamo filiere più lunghe, più opache, più speculative.
Le nostre eccellenze spesso non finiscono sulle nostre tavole. Vanno esportate. A noi resta il surrogato… e lo paghiamo pure caro.
Nel mentre:
- I supermercati fanno margini record.
- Le piattaforme di delivery mangiano il 35% agli esercenti.
- I produttori locali chiudono.
Ma tutto bene, eh.
5. E SE NON FOSSE COSÌ?
In un sistema sano, con:
- meno passaggi,
- meno marketing da packaging,
- margini più equi…
Una famiglia media potrebbe risparmiare almeno 100€ al mese solo sulla spesa alimentare.
100 €/mese × 12 mesi = 1.200 €/anno × 25 milioni di famiglie = 30 miliardi di euro l’anno.
Con 30 miliardi nel settore si potrebbero:
- Abbassare i costi della mensa scolastica (oggi sopra i 5€/giorno).
- Finanziare filiere corte e agricoltura locale.
- Ridurre IVA su alimenti essenziali (oggi al 4%-10%, ma solo su alcune voci).
6. CONCLUSIONE: BUON APPETITO (A CHI?)
Lungi da me offrire una panoramica completa sulle complesse ragioni di tutto questo, mi sono volutamente limitato a ciò che, con un minimo di spirito d’osservazione, balza agli occhi.
Non c’è settore dove non ci sia del fumo. Un fumo che fanno pagare a noi.
I Paesi che ho citato sono volutamente membri dell’UE, realtà “simili”.
Anche lì il fumo c’è, tanto. Ma almeno qualche tiro lo lasciano fare anche a te.
Qua, nell’Italostivale, si pappano tutto. Loro.
Lascia un commento