Roma, 13 aprile 2025 –
Fonte: Corriere della Sera
…Quanto rumore….
Abbassiamo il volume e respiriamo un attimo…
Questa è una di quelle situazioni in cui il rumore è così forte, così viscerale, da sembrare insopprimibile. Ma anche qui, tra botti e fiamme, qualcosa può emergere.
Una chiave di lettura:
“Le tifoserie non nascono per odiarsi, ma per condividere una passione. La rabbia non è mai solo rabbia, ma spesso dolore che non trova casa.”
“Un derby troppo carico per non esplodere”
Erano circa le 17.30. Due fiumi in piena si stavano muovendo: uno giallorosso, uno biancoceleste.
Non era solo una partita. Era identità, sfida, riscatto, esasperazione.
Circa 500 tifosi della Roma, alcuni col volto coperto, hanno attraversato piazza Mancini diretti verso un ponte che è già storia, mito e ferita: Ponte Milvio.
Lì si è consumato un nuovo capitolo di un conflitto che da decenni non riguarda più solo il pallone.
In mezzo, la polizia. Corpi umani tra corpi umani. Lacrimogeni, idranti, urla.
I romanisti respinti da una parte. I laziali dall’altra.
In mezzo, cassonetti bruciati.
In mezzo, un’ambulanza che arriva.
In mezzo, il vuoto che si crea dopo lo scontro.
E tutto questo per cosa?
Domande del guerriero silenzioso:
- Davvero è il calcio che spinge a questo?
- Cosa c’è dietro una rabbia così feroce?
- È odio tra persone o frustrazione sociale che cerca sfogo?
- Chi alimenta l’odio e cosa ne ricava?
- E se il problema non fossero i tifosi… ma il vuoto che li circonda?
Se questa storia risuona in te…
Rispondi alle domande, ponine di nuove, o semplicemente… respiraci sopra.
Lascia un commento