La Canapa: storia di una pianta scomoda. Così utile da essere messa al bando.


Nel mare di chiacchiere inutili e notizie urlate che sembrano invadere ogni angolo della nostra attenzione, una, tra mille, è riuscita a farsi strada. Nascosta, quasi timida, come se fosse stata messa lì per caso, si è distinta, lasciandomi qualcosa che non riuscivo a ignorare. Una piccola, silenziosa vocina che, in mezzo al caos, mi ha spinto ad approfondire un pò.


Nel silenzio generale, una delle colture più promettenti per l’economia sostenibile italiana è stata colpita duramente. Il nuovo Decreto Sicurezza, recentemente approvato, ha introdotto norme che limitano pesantemente – se non addirittura annullano – la possibilità di coltivare, trasformare e commercializzare i prodotti derivati dalla canapa.

Il famigerato articolo 18 del decreto vieta la vendita, l’importazione, la trasformazione e la distribuzione delle infiorescenze di canapa, anche se il contenuto di THC è entro i limiti legali. Si parla di fiori, foglie, resine e altri derivati, inclusi gli estratti non destinati all’uso “ricreativo”. Si tratta di un colpo secco e chirurgico alla canapa legale, un settore che, negli ultimi anni, ha visto una crescita significativa e che ora rischia di essere annientato dalla legge.

Una filiera da mezzo miliardo condannata al collasso

Siamo di fronte a un settore che vale oltre 500 milioni di euro, coinvolgendo migliaia di aziende agricole, start-up green e piccoli imprenditori. Decine di migliaia di posti di lavoro sono ora a rischio. Le associazioni di categoria hanno lanciato l’allarme: “È la fine di una filiera costruita con anni di lavoro, legalmente e nel rispetto della legge 242/2016.” È un duro colpo per tutti coloro che hanno investito tempo, risorse e fiducia in un settore che, per anni, ha contribuito in modo significativo all’economia sostenibile del paese.

La scusa? La sicurezza pubblica

Il governo giustifica questa stretta con la “tutela della salute” e la sicurezza pubblica, ma nessuno studio serio collega i prodotti della canapa industriale a problematiche sociali. È come se, per esempio, si vietassero le nocciole perché qualcuno potrebbe usarle in modo sbagliato. Non si tratta di una pianta pericolosa, ma di una risorsa naturale che ha moltissime applicazioni positive, che spaziano dall’edilizia all’alimentazione, dalla cosmetica alla medicina.

Stretta anche sul CBD

E non finisce qui. Il Decreto del Ministero della Salute del 27 giugno 2024 ha incluso il CBD (cannabidiolo) per uso orale tra le sostanze medicinali soggette a prescrizione medica. Questo significa che oli, capsule e integratori a base di CBD non potranno più essere venduti liberamente. Un altro duro colpo a un mercato in rapida espansione, che aveva portato molti a scoprire i benefici terapeutici di questa sostanza, dalle sue proprietà antinfiammatorie e rilassanti fino al trattamento di ansia, dolore cronico e altre patologie.

È solo ignoranza… o c’è qualcosa in più?

Non voglio darvi risposte facili. Non posso e non voglio. Ma posso, almeno, ricordarvi cos’è davvero la canapa, al di là delle menzogne e dei tabù che ancora circondano questa pianta straordinaria. La canapa non è solo una pianta da “droga” come spesso viene erroneamente rappresentata. È una delle piante più versatili che esistano, capace di risolvere una miriade di problemi ambientali, economici e sociali. La verità è che questa pianta ha applicazioni che potrebbero davvero cambiare le regole del gioco, ma “forse” proprio per questo viene tenuta nell’ombra. La canapa che potrebbe rivoluzionare la moda sostenibile, la bioedilizia, l’alimentazione sana, la medicina naturale. Ma, sfortunatamente, tutto ciò viene ignorato e, anzi, ostacolato.


La domanda è: perché?

Perché una pianta così utile e sicura viene combattuta con tanta forza, mentre si preferiscono soluzioni inquinanti e dannose?

È questa la vera domanda che dobbiamo porci.


Un po’ di storia:

La canapa ha avuto un ruolo cruciale nella storia economica e culturale dell’Italia, soprattutto fino alla metà del Novecento. Coltivata in tutta Italia, era utilizzata per produrre corde, reti da pesca, tessuti, abbigliamento e corredi nuziali. L’Italia è stata per secoli il secondo produttore mondiale di canapa, con zone di produzione principali in Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Umbria. In particolare, Carmagnola (Torino) era famosa per una varietà pregiata di canapa tessile.

Durante le Repubbliche Marinare, la canapa italiana era apprezzata anche nella costruzione di materiale nautico, come vele e corde, tanto che la marina inglese ne era il principale acquirente. Tuttavia, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la coltivazione della canapa diminuì drasticamente, a causa dell’arrivo di fibre sintetiche e delle politiche proibizioniste che equipararono la canapa industriale alla cannabis a uso ricreativo.

Oggi, riscoprire e valorizzare la storia della canapa in Italia potrebbe essere una grande opportunità per un settore sostenibile con enormi potenzialità future.


Una pianta universale, democratica!

La canapa è una pianta incredibilmente versatile, che potrebbe rivoluzionare numerosi settori, ma che, purtroppo, continua a essere messa in ombra da interessi più forti. Eppure, non è mai stata una pianta “da poco”. Ecco un viaggio attraverso alcune delle sue incredibili applicazioni che potrebbero cambiare il mondo, se solo avessimo la lucidità di abbracciarla davvero.

  1. Tessuti e abbigliamento
    La canapa è molto più resistente del cotone e, a differenza di quest’ultimo, richiede meno acqua e pesticidi. Inoltre, possiede proprietà antibatteriche e traspiranti che la rendono perfetta per l’abbigliamento, come nel caso dei jeans in canapa, che durano molto più a lungo. In un’epoca in cui l’industria della moda è una delle più inquinanti, questa sarebbe una risorsa da sfruttare al massimo.
  2. Carta
    La canapa produce una carta di qualità superiore, che non ingiallisce con il tempo. Un solo ettaro di canapa può produrre più carta di un ettaro di alberi, e lo fa in un tempo molto più breve. Non dimentichiamo che la canapa è stata la materia prima della Dichiarazione d’Indipendenza americana: un prodotto che, nel 1776, già dimostrava il suo valore.
  3. Bioedilizia
    Il canapulo (la parte legnosa interna della pianta) mescolato con la calce crea il canapulo cementizio o hempcrete, un materiale eccezionale per l’edilizia. È un isolante termico e acustico naturale, traspirante e, sorprendentemente, antisismico. Un materiale che potrebbe rivoluzionare la costruzione di case più sostenibili e sicure, riducendo l’impatto ambientale.
  4. Bioplastica
    La canapa è un’ottima alternativa alla plastica derivata dal petrolio. Può essere trasformata in materiali plastici biodegradabili e resistenti. Peccato che queste soluzioni non facciano guadagnare le multinazionali del fossile. In effetti, proprio per questo motivo, la plastica derivata da canapa non è mai diventata una vera alternativa sul mercato globale.
  5. Combustibile
    L’olio di canapa può essere usato per produrre biodiesel, un combustibile ecologico. Negli anni ’40, Henry Ford presentò una macchina fatta in parte di canapa e alimentata a biodiesel di canapa. Immaginate se oggi avessimo scelto di puntare su questo carburante pulito anziché sui derivati del petrolio!
  6. Alimentazione
    I semi di canapa sono una vera e propria bomba nutrizionale. Ricchi di omega 3 e 6, proteine, ferro e magnesio, i semi di canapa possono essere trasformati in oli, farine, latte vegetale e integratori. Considerata una delle migliori risorse nel panorama dei superfood, è quasi incredibile come il suo valore nutrizionale sia sottovalutato. Eppure, chi ne parla veramente?
  7. Cosmetica e cura del corpo
    L’olio di canapa è un prodotto eccellente per la pelle e i capelli. Ha proprietà antinfiammatorie, emollienti e antiossidanti che lo rendono perfetto per una cura naturale e rigenerante. Non è un caso che molte persone abbiano scoperto i suoi benefici, ma la domanda resta: perché non è più diffuso?
  8. Medicina
    Parliamo di canapa terapeutica, non di droga. Il CBD (cannabidiolo) ha proprietà che possono alleviare il dolore cronico, combattere l’ansia, migliorare il sonno e trattare epilessia e molte altre patologie. In Italia, purtroppo, è legale, ma complicato da ottenere. A volte sembra che i farmacisti e i medici boicottino queste soluzioni naturali, preferendo alternative più costose e meno efficaci.
  9. Agricoltura rigenerativa
    La canapa è una pianta che può bonificare i terreni inquinati grazie alla fitodepurazione. Cresce velocemente, senza necessità di pesticidi e, utilizzata in rotazione agricola, è perfetta per rigenerare i terreni e mantenere la salute del suolo. Una risorsa che potrebbe davvero migliorare l’agricoltura sostenibile in Italia e nel mondo.

Insomma, la canapa è una risorsa che potrebbe trasformare molteplici settori, dall’edilizia alla medicina, passando per la moda e l’alimentazione. Tuttavia, le sue potenzialità sono sistematicamente ignorate e ostacolate, soprattutto da chi preferisce continuare a guadagnare sulla plastica, sui combustibili fossili e sulle soluzioni farmaceutiche tradizionali. La domanda è: fin quando continueremo a ignorare il potenziale rivoluzionario della canapa.


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