Viviamo in un mondo dove milioni di persone non arrivano a fine mese, ma allo stesso tempo alimentiamo con i nostri soldi settori inutili, spesso dannosi, che consumano le risorse e ci dissanguano senza restituirci nulla. Non è una teoria. È un fatto.
E no, non si tratta di tornare all’età della pietra, rinunciando a tutto. Si tratta di scegliere con consapevolezza. E scoprire che si può vivere molto meglio senza ingrassare il mostro.
Spendere meglio non è rinunciare, è vivere più intensamente
Prendiamo il turismo. Nessuno dice di rinunciare a una vacanza in …. (pensiamo in grande…)Polinesia. Ma c’è Polinesia e Polinesia.
Puoi farti 20 giorni in un resort globale, servito e riverito, chiuso in una bolla artificiale… oppure puoi scegliere una struttura a conduzione familiare, vivere tra la gente del posto, scoprire l’isola vera, mangiare nei loro ristoranti, seguire il loro ritmo.
Spendi meno. Vivi di più. Lasci qualcosa a chi ti ha ospitato davvero. Ricevi in cambio una vera esperienza di vita, un vero sguardo su altri mondi.
La tecnologia è uno strumento, non un nemico
Il computer, internet, i social… non sono il male. Lo diventano quando ci controllano, non quando li usiamo per esprimerci, per collegarci davvero.
I social, ad esempio, non sono nati per raccattare like con selfie cretini, ma potrebbero essere uno strumento potente per mettere in luce ciò che viene taciuto: fatti, ingiustizie, storie vere.
La tecnologia non va demonizzata. Va piegata al nostro servizio.
Il cibo: tradizione contro spreco stellato
Vuoi mangiare fuori? Fallo. Ma invece di buttare 100 euro in una catena globale con piatti ridicoli e porzioni simboliche, vai in una trattoria del posto. Piatti veri. Storia. Cultura. Prezzo onesto.
Basta dare soldi al circo dei grandi chef che servono caccole vestite da opere d’arte.
Calcio, vestiti, giochi: tutto può tornare vero
Ti piace il calcio? Vai a vedere una partita di dilettanti. Quella è passione.
Vuoi giocare? Gioca per la tua squadra del quartiere. Difendi dei colori veri.
Ti piace vestirti bene? Progetta una tua personale linea, trova un sarto, crea. Vestiti come nessuno, non come tutti.
Ti piace giocare? Fatti una serata a carte con gli amici. Gioca per ridere, non per perdere casa tua in una sala scommesse.
Ti piacciono le sfide? Sfida te stesso. Supera i tuoi limiti. Migliorati. La vera sfida la vinciamo quando cerchiamo di migliorare noi stessi, di battere i nostri record personali. Non quando superiamo gli altri. Si è bello (e necessario) il confronto se costruttivo, se ci lascia qualcosa e lasciamo qualcosa. E’ tossico se cade nell’ ossessivo intento di prevaricare l’altro. Possiamo uscire sconfitti da una gara, da una competizione ma se abbiamo dato il massimo allora abbiamo vinto comunque.
Il superfluo si nasconde ovunque. Impariamo a riconoscerlo
Non dobbiamo vivere di rinunce. Dobbiamo vivere con lucidità.
Non è questione di soldi. È questione di visione.
Con le stesse risorse con cui oggi alimentiamo settori inutili e devastanti, potremmo:
– Recuperare milioni di vite
– Dare un futuro a chi non ha niente
– Far crollare quel mostro che si nutre della nostra ignoranza e della nostra pigrizia
Conclusione – Il cambiamento non è un’utopia. È una scelta quotidiana
La rivoluzione non è nei proclami. È nel carrello della spesa. Nella scelta del ristorante. Nella meta delle vacanze. Nelle singole scelte quotidiane.
È nel modo in cui usiamo i nostri soldi, il nostro tempo, la nostra voce. E’ nel modo in cui respiriamo, silenziamo i nostri rumori e facciamo emergere la luce della consapevolezza

Il mostro si nutre delle nostre abitudini.
Togliamogli il carbone. E mettiamolo dove serve davvero.
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Per questo articolo consiglio di leggere la nota esplicativa
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