Oggi tutti parlano di “venti di guerra”.
Che poi, già il termine è poetico: venti. Come se la guerra arrivasse leggera, portata da una brezza primaverile. Non “bombe”, “morti”, “disastri”, no. Venti.
Che delicatezza.
Poi ci sono i soliti pacifisti con l’elmetto.
Quelli che ti spiegano che, per ottenere la pace, dobbiamo mandare armi. Tante. Più armi, più pace.
Mi sfugge qualcosa, lo ammetto. Forse ho fatto male le scuole. Magari ho saltato il giorno in cui spiegavano che la pace si ottiene spianando città. Mea culpa.
Ma il bello è che ci abbiamo fatto l’abitudine.
Usano parole sempre più eleganti per descrivere cose sempre più inaccettabili. E noi annuiamo, presi da Netflix e bollette.
Il punto è semplice, ma troppo semplice per un mondo che ama complicare tutto:
la verità, quella vera, è spesso più semplice di quel che ci raccontano.
Tipo: “La guerra è male.”
Fine.
Eppure, con abbastanza giri di parole, riescono a farcela accettare.
Riescono a farci dire: “Beh, dai, in fondo era necessaria.”
E quando iniziamo a pensare che certe cose “in fondo siano necessarie”, allora sì, ci hanno fregato.
E senza nemmeno sparare.
Tu che ne pensi? Ti sembra tutto normale? O anche tu hai iniziato a sentire puzza sotto il tappeto?
Scrivimelo nei commenti. Oppure beviamoci su. Ma acqua eh, perchè come l’acqua la verità è semplice, trasparente e non fa male.
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