E poi…

E POI…
Chiuse le braccia
le strinse attorno al petto
Voleva imprigionare e lenire
il dolore lancinante che sentiva nelle ossa.
Straripava da ogni poro
nulla e nessuno poteva placarlo.
Un abisso vorace ingoiava la vita.
Stava là ferma, immobile e muta…
Una statua di sale.
Niente lacrime, come fosse di pietra.
Come quelle statue di marmo che decorano i palazzi .
La Cariatide guardiana immobile
Diceva adesso è finita.
Quel peso l’opprimeva…
Un macigno dentro al petto…
Una lancia conficcata nel cuore.
E poi, sì e poi … Un urlo dolente devastante:
quasi fosse di belva inumano invase la stanza.
Tremarono le pareti e il tempo si fermò.
E poi… e poi …
Non ricordavo più, ero devastata e basita.
Come se mi  avessero strangolata.
Un urlo…Un lamento sordo e raccapricciante.
Con quel dolore latente che sprigionava il martirio.
E’ passato il tempo…
Urla voci e lamenti coperti da ristagnata polvere
brividi e tremori percorrevano l’essenza.
L’ urlo lo sento ancora dentro…
E’ rimasto a marcire.
Rimarrà lì… a ricordare.
E poi… Sì e poi verrà la morte e negli occhi
troverà ancora quello
La follia, la pazzia, la paura, il dolore mai estinto .©️


Desirè kariny 18 Agosto 2016


Tags:


Comments

2 risposte a “E poi…”

  1. Avatar IGS

    Sempre per la mia “deformazione professionale”, vedo questa poesia come la descrizione di una grande battaglia interiore. Ma non una battaglia fatta di spade, bensì una lotta per sopravvivere al dolore.
    All’inizio, la persona prova a contenere il dolore, chiudendosi in se stessa come una statua. A volte, quando il dolore è troppo forte, l’unica cosa che si riesce a fare è rimanere immobili e in silenzio. Non è debolezza, è un modo per non farsi travolgere.
    Poi, il dolore che era trattenuto esplode in un urlo. Quell’urlo non è una sconfitta! È come un grido di battaglia, l’unico modo per liberare una pressione troppo grande. È un suono potente, quasi animalesco, che sembra scuotere il mondo.
    Ma la battaglia non finisce con l’urlo. Il ricordo di quel dolore rimane dentro, come una ferita che non si rimargina completamente. La persona impara a conviverci, sapendo che quel dolore fa ormai parte di lei.
    Alla fine, la poesia ci dice una cosa forte e importante: la vita a volte ci ferisce così profondamente che queste ferite diventano un pezzo della nostra storia. Anche se il tempo passa, dentro di noi restano le tracce di quelle battaglie. Non siamo più gli stessi di prima, siamo persone che hanno lottato e portano i segni di quella lotta.
    In poche parole, è una poesia che non si arrende di fronte al dolore, ma lo racconta con il coraggio di chi è sopravvissuto.
    In perfetto spirito IGS. Grazie Desirè.

  2. Avatar Desire' Kariny

    Non si può raccontare un dolore quando pare che squarci l’ Anima: non esistono parole, non si può farlo sentire a chi non l’ha mai provato e quindi quello strano cilicio che ti ritrovi nel petto è solo tuo, non si può condividere il vero dolore ch’è sempre un dilagare muto e brucia più del fuoco .
    Quando ho scritto questa poesia dopo un po’ l’ ho postata, poi improvvisamente pensai che nessuno l’ avrebbe capita quale potesse essere quella sofferenza così palpabile frustrante da stuprare anche l’ Anima. Così stavo per eliminarla e cancellare, però mi dispiaceva e l’ ho lasciata. Nessuno è immune al dolore che in un certo senso tutti gli esseri viventi lo vivono tutti i giorni e allora come potersi esprimere per farlo capire perché non basta scriverlo a parole ma devi farlo sentire tanto forte e dopo cercare di scordare perché scordarlo si potrebbe , per esperienza so che non può essere rimosso ,ti rimane come un tatuaggio permanente.Passa il tempo , settimane, mesi, anni e lui sempre là per farti capire che non si smuove ,ha messo radici profonde e te lo porterai nelle visceri fino alla morte.
    Hai fatto una buona analisi al testo e ti ringrazio per aver capito il senso che racchiude la poesia,un dolore senza lacrime perché le lacrime lo leniscono, lavando il dispiacere, ma in questo caso niente lacrime , mestizia,amarezza, sofferenza, un martirio senza nome.
    Grazie IGS … Buonanotte!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *