La ricchezza,materiale, spirituale, emotiva, intellettuale, in sé non è né buona né cattiva. È neutra. Diventa un problema quando prende il sopravvento, quando diventa un’ossessione, un fine anziché un mezzo.

Il vero nodo è l’attaccamento. Quando ogni scelta, ogni pensiero, ogni relazione ruota attorno all’accumulo (di denaro, potere, conoscenza, consensi, attenzioni…), allora sì, lì si perde l’equilibrio. Si svuota la vita, anche se apparentemente si “riempie”.

Cercare benessere o realizzazione è naturale, anche sano. Ma se quella ricerca diventa cieca, esclusiva, allora invece di arricchirci ci incatena.

E la cosa sottile è che questo vale pure per le “ricchezze spirituali”: quando uno si crede superiore perché “più consapevole” o “più sveglio”, finisce per cadere nello stesso tranello egoico di chi accumula soldi o potere.